venerdì 16 maggio 2014

Bollino verde all'AUSER Marradi

dal portale dell'AUSER TERRITORIALE DI FIRENZE

Assegnati sette nuovi

Bollini Verdi di qualità

per le associazioni Auser

del territorio fiorentino


bollino_verde
Ottimo risultato frutto di un impegno

che viene da lontano per le Auser
 
Arti Visive (Firenze), Bagno a Ripoli,

Campi Bisenzio, Marradi, Pontassieve,

Scarperia e Signa

Le nuove assegnazioni di certificati di qualità rientrano nell'ambito del progetto Form'attiva, dedicato all'apprendimento permanente avviato in maniera sperimentale nel 2011.
Il suo obiettivo è quello di attestare la qualità dell'offerta culturale e formativa delle Università popolari e dei Circoli Culturali e di realizzare una banca dati pubblica e consultabile da tutti che faciliti la comunicazione interna ed esterna.
Nel territorio fiorentino, alla presenza di un Bollino Blu - Università dell'Eta' Libera del Mugello - si erano aggiunti altri due Bollini Verdi , dei circoli di Sesto Fiorentino  e del laboratorio di Lastra a Signa.
Nella tornata appena conclusa di valutazione delle domande di certificazione è stato raggiunto un obiettivo che pensiamo debba rendere soddisfatti.
Grazie all'impegno encomiabile della vicepresidente di Auser Territoriale Firenze Clara Scelsa e di tutti i presidenti della associazioni coinvolte, sono stati infatti rilasciati sette nuovi Bollini Verdi: Arti Visive, Firenze; Bagno a Ripoli; Campi Bisenzio; Marradi; Pontassieve, Scarperia; Signa.
L’assegnazione ufficiale dei bollini avverrà nel convegno conclusivo del progetto “Form’Attiva”, che si svolgerà giovedì 29 maggio 2014 nel Salone dei Dugento di Palazzo Vecchio.
Sono quindi dieci in totale le associazioni del territorio ad aver ricevuto il riconoscimento da parte di un comitato scientifico nazionale, risultato che premia la dedizione che Auser Territoriale Firenze ha da tempo rivolto verso il tema dell'educazione permanente (come dimostra l'assegnazione del Bollino Blu per le Università Popolari all'Università dell'Età Libera del Mugello UDEL nel 2012).
I criteri presi in considerazione dal comitato scientifico sono stati la finalità di socializzazione e di approfondimento culturale, la pluritematicità delle attività, l’attenzione per l’aspetto intergenerazionale e interculturale, il coinvolgimento e la promozione della domanda culturalmente piú debole, l'idoneità dei docenti,  la verifica di soddisfazione dei soci.
Impegni e scadenze inderogabili non hanno tra l'altro consentito ad altre tre associazioni in possesso di tutti i requisiti per poter aspirare alla certificazione di qualità di presentare la domanda in tempo, ma si tratta solo di un rinvio. A settembre saranno pronte anche queste nuove associazioni a inoltrare tutto il necessario per la pratica di assegnazione del Bollino Verde, consentendo così di raggiungere il massimo degli obiettivi prefissatici, ovvero tredici associazioni.

giovedì 8 maggio 2014

Galleria di foto "A cena con Dino": varie

Circolo di Crespino del Lamone




















Galleria di foto: "A cena con Dino": gli allievi

Circolo di Crespino del Lamone

Gli allievi




























Galleria di foto "A cena con Dino": I nostri insegnanti

Circolo di Crespino del Lamone 

I nostri insegnanti


Domenico e la pattona

Ida e gli strozzapreti





Anna e gli strapponi






La torta del dì 8

 "La Torta del dì 8"

Con questa ricetta concludiamo i menù dei tre incontri culinari " A cena con Dino" tenuti presso il Circolo Sportivo Culturale di Crespino del Lamone; cogliamo l'occasione per ringraziare per la cortese ospitalità la presidente del Circolo Irene Alpi e  la segretaria Antonella Naldoni e tutti i soci che col loro impegno tengono unita e vitale questa piccola comunità. Sempre disponibili ad accogliere e dare spazio alle proposte più varie il Circolo Sportivo Culturale di Crespino si caratterizza per iniziative culturali e gastronomiche di forte richiamo e interesse per il tutto il circondario. 
Un grazie di cuore da parte dell'Auser Volontariato di Marradi (e di tutti i corsisti e "assaggiatori", che hanno vissuto con entusiasmo questa avventura socio-cultural-culinaria) agli "esperti" crespinesi, Anna, Domenico e Ida che hanno messo a nostra disposizione il loro tempo e le loro conoscenze della tradizione culinaria locale. 
Infine come non ringraziare l'Isotta che l'ultima sera ha voluto farci dono di questa perla gastronomica che è la "Torta del dì 8", un dolce di patate fatto in occasione della Festa della Madonna che si celebra a Crespino del Lamone l'otto di settembre. Da qui il nome con quella dizione toscaneggiante particolare che usano i crespinesi. Le seguenti informazioni sono tratte dal volantino del Comitato Pro Crespino dell'8 settembre 2007

L'Isotta racconta:
"Al tempo che io avevo 7 o 8 anni, la settimana avanti la festa della Madonna, nel mese di settembre, si andava in Badia a prendere il latte.
I contadini avevano il permesso dei padroni di consegnarne 2 litri a ogni famiglia del paese; volendo si poteva andare a Biana dove ti davano anche 6 uova.
Queste cose per fare il dolce i contadini le donavano in onore della Madonna; le torte delle varie famiglie, erano tutte diverse perché ognuno ci metteva, ovviamente le patate e poi quello che aveva a disposizione: noci, nocciole e qualche volta anche le mandorle.
Erano gli anni 1941-42 quando la mia nonna Crlotta usava il miele per indolcirla perché noi eravamo fortunati, avevamo gli alveari; e poi lo zucchero costava troppo!
Le torte fatte si andava a cuocerle nel forno della Carolina, una famiglia alla volta-
Il giorno della festa della Madonna, dopo la processione, si andava di casa in casa ad assaggiarle; c'era una grande familiarità, si stava tutti insieme.
Negli anni, con la scomparsa della nonna, anche nella nostra famiglia si è persa la tradizione di fare la torta del dì 8.
ma siccome mio babbo era molto amante di questo dolce io ho cercato di rimetterne insieme a memoria la ricetta con gli ingredienti, sostituendo però il miele con lo zucchero.
Ho provato e riprovato e alla fine ce l'ho fatta e ve la regalo, affinchè la tradizione dei nostri vecchi ricominci."

Ingredienti:
1 kg di passato di patate
500 gr di zucchero, da cui vanno tolti e messi da parte 100 gr.
750 ml di latte
2 bicchierini di nocino o di rhum (la mia nonna ci metteva la grappa che le regalava suo nipote Don Remo)
un pugno di noci o nocciole tritate e leggermente caramellate nei 100 gr di zucchero messo a parte
3 uova e un pizzico di sale

Esecuzione:
Si passa le patate, si aggiunge 400 gr di zucchero e si mescola. Via via si uniscono gli altri ingredeinti (le uova vanno battute bene, a parte). Si riveste una teglia con una spoglia, come si fa per la torta di marroni e ci si versa l'impasto.
Si cuoce in forno a 170° per circa un'ora.

La cucina delle feste


M E N U'


LA CUCINA DELLE FESTE

Crespino del Lamone, Venerdì 11 aprile 2014



ANTIPASTI

1. Crostini di fegatini


PRIMI PIATTI

2. Tortelli di patate al ragu'


SECONDI
    3. Arrosto di pollo e coniglio con cipolle
    4. Radicchio in insalata
DOLCI

5. Torta del diotto
6. Castagnaccio



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Crostini di fegatini
Antipasto tradizionale toscano che tutti conoscono, ci siamo attenuti ad una ricetta semplice: puliti fegatelli e maghetti di pollo, dopo averli scottati sono stati tritati al coltello o con mezzaluna. Fatto un soffritto con olio, cipolla e salvia tritata sono stati aggiunti i fegatelli, salati, pepati, ricoperti col brodo e lasciati cuocere a lungo. A metà cottura sono stati aggiunti capperi tritati. Il preparato è stato poi spalmato su fette di pane comune toscano di un paio di giorni e servite ancora calde.
Extra sono stati poi preparati dall'Ida dei crostini di fagioli: su fette di pane passato in forno (a piacere si possono strofinare con aglio) è stato spalmata una purea di fagioli, insaporiti in padella e guarnita con fagioli lessi interi.

Tortelli di patate
Il tortello di patate, tipico della zona del Mugello, nasce nell'ottocento come piatto povero in alternativa al ripieno di castagne. Come tutte le paste ripiene comprende due o tre fasi di lavorazione a seconda del condimento che viene usato.
Innanzitutto il ripieno: per 6 persone lessare 1 kg di patate rosse o gialle e poi passare al setaccio. Preparare intanto un sughetto con aglio, prezzemolo e concentrato di pomodoro ed un po' d'acqua che va fatto cuocere per 15-20 minuti. Aggiungere il sughetto al passato di patate con noce moscata grattugiata, 1 etto di parmigiano grattugiato, sale e pepe a piacere e far raffreddare. Il composto deve risultare molto sodo.
Tirare intanto una sfoglia fatta con 500 gr di farina, 4 uova e mezzo bicchiere d'acqua e 1 cucchiaio d'olio e fatta riposare per almeno mezz'ora. Dalla sfoglia ricavare dei rettangoli su cui sistemare dei mucchietti di ripieno di patate a distanza regolare (3-5 cm), coprire con un secondo rettangolo, premete con le dita intorno al ripieno e tagliate i ravioli con l'apposita rotella.
Per il condimento l'ideale è un ragù di carne o di cinghiale, ma può andar bene anche una semplice salsa di pomodoro. Un'alternativa veloce è il ragù di salsiccia fatto con trito di cipolle fatto appassire in tegame, salsiccia sbriciolata fatta consumare bene e per finire la cottura aggiungere passata di pomodoro, eventualmente aggiustare di sale e pepe, anche se la salsiccia è già saporita.
A questo punto portate ad ebollizione una pentola piena d'acqua salata, aggiungendo un cucchiaio d'olio che aiuta a non far traboccare l'acqua , e cuocete i tortelli, scolare bene e condire con ragù e pecorino o parmigiano grattugiato.

 Arrosto di pollo e coniglio con cipolle
Un bel tegame di cipolle bianche piatte, tagliate a metà e condite con un po' di olio e sale e poi passate in forno caldo per mezz'ora è un ottimo accompagnamento agli arrosti misti. Per gli arrosti abbiamo scelto agnello, coniglio, pollo e coscia di tacchino. Abbiamo messo insieme il coniglio con le alette di pollo e il tacchino con i pezzi di pollo in modo che il grasso del pollo facesse da condimento ai pezzi più magri, senza dover aggiungere lardo o strutto e aggiungendo solo sale e pepe.
Per l'agnello invece abbiamo fatto una marinatura con un trito per arrosti e un bicchierino di cognac. Il trito per arrosti lo si fa mettendo nel frullatore 1/2 kg di sale grosso (meglio se marino di Cervia), pepe nero in grani, rosmarino, bacche di ginepro, timo e/o maggiorana e aglio: può essere conservato a lungo in barattolo di vetro.
Abbiamo messo gli arrosti in forno caldo per circa un'ora controllando bene la cottura, e servito con le cipolle al forno e una misticanza primaverile con fettine di tropea e uova sode.


Il castagnaccio
Occorre per 6 persone 500 gr di farina di castagne, 6 cucchiai di olio (circa 50 gr), un pizzico di sale e acqua q.b. per ottenere una pastella fluida (circa 500 gr), facendo molta attenzione che non si formino grumi. Mettere in una teglia unta d'olio in modo che non si superi 1 cm d'altezza e aggiungere a piacere trito di rosmarino e arancia, oppure solo rosmarino e uvetta passa ammollata in acqua tiepida, noci o pinoli. cuocere in forno molto caldo (200°) per circa 20 minuti.


La torta del dì 8
Questa torta ci è stata offerta dall'Isotta. Si presenta come la nostra torta di marroni ed ha un sapore molto gustoso. Poiché è una torta tipicamente crespinese, inventata e conosciuta solo lì, mi riservo di illustrare la sua storia e la ricetta nel prossimo post, secondo quanto descritto in un volantino stampato dal Comitato Pro Crespino nel 2007.


La cucina della Domenica


M E N U'

LA CUCINA DELLA DOMENICA

Crespino del Lamone, Venerdì 4 aprile 2014



PRIMI PIATTI

1. I bassotti

2. I manfrigoli con fagioli

3. Gli strozzapreti


SECONDI E CONTORNI

4. I lessi
5. Il polpettone con patate al prezzemolo
6. Il cacio fritto

DOLCI

7. Frittelle di castagne


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I bassotti 

Considerata una "minestra" tipica della festa, inventata da un cuciniere di Civitella di Romagna al servizio di Garibaldi, i "bassotti" furono introdotti a Marradi da un abile cuoco romagnolo della famiglia Torriani. Il nome deriva dal fatto che al primo esperimento la pasta anziché lievitare rimase schiacciata in fondo alla teglia.
Si tratta di tagliolini cotti in forno col brodo che originariamente era fatto con le ossa povere del maiale, conditi con pecorino, pane grattugiato e strutto.
La ricetta da noi realizzata è una variante fatta con un buon brodo di gallina (circa 1 litro e mezzo) e abbondante parmigiano grattugiato mescolato a noce moscata.
Per 6 persone è sufficiente tirare una sfoglia con 500 gr di farina e 5 uova da cui ricavare dei tagliolini (tagliatelle sottilissime). Disporre alcuni fiocchetti di burro sul fondo di una teglia e posizionare un primo strato di tagliolini, spolverate col parmigiano e noce moscata e altri fiocchetti di burro e continuate per altri due strati. Passate in forno a 150°a gratinare per circa 10 minuti, aggiungete il brodo caldo fino a coprire completamente i bassotti e rimettere in forno a 180° per circa 20-25 minuti fino a che il brodo sia completamente assorbito e si sia formata una crosticina dorata. Servire a quadrotti come per le lasagne al forno.



I manfrigoli con fagioli

I "manfrigoli" sono un minestra per le persone che, come me, non sanno tirare la sfoglia, ma amano impastare. Di solito venivano fatti con gli avanzi della sfoglia che cominciavano a seccare. Si possono cuocere anche in brodo, ma per la domenica sono ottimi con i fagioli.
Sempre per 6 persone preparare un'impasto con 500 gr di farina e acqua q.b. per ottenere un impasto abbastanza duro. Lasciar riposare ed intanto preparare il condimento. In un tegame far appassire con olio e un po' d'acqua un trito di carota, scalogno (o cipolla), sedano e uno spicchio d'aglio; aggiungere poi 300 gr di fagioli borlotti lessati (circa 2 scatole), far cuocere per mezz'ora aggiustando di sale e pepe a piacere e aggiungendo un po' d'acqua. Passare tutto al setaccio e poi mettere in pentola con circa 2 litri di acqua. Far bollire per almeno mezz'ora.
Intanto ricavate dei rotoli dall'impasto, tagliate delle rondelle e cominciate, con l'aiuto di una lunetta, a fare i "manfrigoli", tritandoli non troppo fini e diseguali (se sono troppo morbidi. Disponeteli allargati sulla spianatoia fino al monemto di cuocerli lasciandoli un po' a seccare sulla spianatoia o in vassoi. Portare ad ebollizione il brodo di fagioli aggiustare di sale e poi cuocervi i manfrigoli per circa 2 minuti; lasciar riposare prima di servire.

Gli strozzapreti


Piatto preparato dalle famiglie più povere per i parroci, in occasione delle benedizioni pasquali delle case, gli "strozzapreti" sono un gustoso e delicato piatto della domenica. Per 6 persone si prepara un impasto con 500 gr di farina, acqua q.b., un pizzico di sale e volendo un uovo (ma non è necessario), far riposare per un'oretta e poi tirare la sfoglia. Ritagliare delle strisce larghe 5 cm circa e poi prendendole tra le mani arrotolare le strisce formando dei bigoli che vengono strappati alla lunghezza di 8-10 cm circa. Mentre gli strozzapreti asciugano prepare un sughetto semplice al pomodoro con olio, scalogno tritato, passato di pomodoro, un po' di zucchero e sale, allungando con acqua; far cuocere mezz'oretta, cuocere gli "strozzapreti" in acqua bollente salata e condire con la salsa al pomodoro.


Il polpettone con patate al prezzemolo

Tralascio le istruzioni per le patate al prezzemolo e i lessi ricordando che per ottenere un buon brodo la carne va messa a freddo, mentre per ottenere dei lessi gustosi le carni vanno aggiunte quando l'acqua è a bollore.
Mi soffermo invece sul polpettone in brodo, unico piatto della domenica di mia nonna, che destasse in me qualche interesse, destestando lessi e galline in brodo. Veniva preparato con avanzi di carne, pane raffermo e le verdure lesse del brodo. Lo si può cucinare, in mancanza del brodo, anche in acqua bollente salata.
Essendo un secondo di accompagnamento saranno sufficienti 200 gr di lesso (gallina o manzo) tritato con le verdure del brodo, alcune patate lesse passate al setaccio, pane grattugiato, 50 gr di parmigiano grattugiato, un trito di aglio e prezzemolo e 2 uova. Impastare bene il tutto, stenderlo sulla spianatoia, metterci in mezzo una carota lessa, rigirare formando un rotolo ben pressato; avvolgere in un panno o in carta stagnola e far bollire nel brodo o in acqua e sale per mezz'ora. Far raffreddare e poi tagliare a fette.

Il cacio fritto

Si faceva con le caciotte di formaggio pecorino che presentavano delle imperfezioni: muffe, vuoti d'aria, crepe, eccetera. E' molto semplice: si taglia a bastoncini il cacio, si fa una pastella densa con farina, uova, sale e un po' di acqua o latte. Si porta a temperatura l'olio di semi in una padella da frittura, si passa in pastella il cacio e si frigge. Scolare bene e servire il cacio fritto ben caldo.

Le frittelle di castagne

Preparare scorza di arancio e rosmarino ben tritati, fare poi una pastella non troppo liquida, ne troppo densa (come per le miacciole) con la farina di castagne, aggiungere il trito, un filo d'olio e un pizzico di sale. Lasciar riposare almeno un'ora, poi friggere in abbondande olio di semi versando un cucchiaio o due alla volta per ottenere delle frittelle di poco meno di 10 cm di diametro. Scolare, spolverizzare di zucchero semolato e servire calde.